Tra monumenti e leggende alla scoperta di Benevento
di Simona Apostolo (II G)
La classe II G insieme alla I G e alla II B ha avuto l’opportunità di andare a Benevento e di fare un gemellaggio con l’Its Alberti, scuola che ci ha accolto molto calorosamente con un discorso della DS dr.ssa Vinciguerra e un buffet e che ci ha accompagnato nella visita.
La prima tappa è stata la Rocca dei Rettori, castello situato nel punto più alto della città. Questo luogo fu un’antica necropoli e poi una fortezza sannita. I Romani sfruttarono per primi la sua posizione strategica, sopraelevata e tra due corsi d’acqua, per costruirvi un “castellum aquae”. Successivamente, dato che il dominio pontificio era governato dai rettori (governatori che dovevano amministrare il territorio per conto del Papa) ma i rapporti tra rettori e i cittadini erano abbastanza tesi, si era deciso di costruire la rocca come sede difensiva. I rettori infatti venivano ripetutamente scalzati, aggrediti e talvolta assassinati e fu il destino che toccò al rettore Guglielmo nel 1128 a spingere Giovanni XXII, nel 1321, a ordinare la costruzione di una nuova sede più facilmente difendibile: la Rocca dei Rettori.
Successivamente abbiamo visitato la chiesa di santa Sofia, chiesa fondata da Arechi II con la funzione di tempio nazionale e di origine ariana. Si tratta di una delle più importanti testimonianze dell’architettura longobarda nella Langobardia Minor, anche se nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata, fino ad acquisire il suo aspetto attuale. E’ dedicata a santa Sofia (Santa Sapienza) forse su suggerimento di Paolo Diacono, a somiglianza di quella giustinianea di Costantinopoli (Haghia Sophia) e la sua particolarità sta nella decorazione longobarda che doveva ricoprire le pareti dell’interno e dell’esterno. Anche se di piccole dimensioni è molto originale: al centro si trovano sei colonne disposte ai vertici di un esagono e collegate da archi che sorreggono la cupola. Inoltre, dal 25 giugno 2011 questa chiesa è nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
La tappa successiva: il teatro romano. Sorto nella zona occidentale della città antica tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., e quindi presumibilmente sotto l’imperatore Traiano anche se fu inaugurato soltanto fra il 125 ed il 128 d.C. dall’imperatore Adriano. Il monumento, la cui cavea misura circa 98 metri, è costruito con paramenti in blocchi di pietra calcarea e mattoni; gradinate e frons scenae erano rivestiti in marmo, così come le aule e i due ampi ambienti che, attraverso corridoi immettevano nell’orchestra. Il palco è molto ampio e ci sono ancora dei resti di alcuni pezzi di pietra che venivano usati per ideare la scena dove gli attori recitavano. Infine il viale d’ingresso è decorato da mascheroni che richiamavano quelli usati dagli attori. Infine come monumenti abbiamo visto l’arco di Traiano che è uno dei simboli più importanti di Benevento e rappresenta la testimonianza della civiltà romana. Questo venne costruito per celebrare la figura dell’imperatore Traiano in occasione dell’inaugurazione della variante alla via Appia (strada che collega Roma a Brindisi). L’arco è caratterizzato da una ricca decorazione; infatti, mentre i temi all’interno rappresentano la vita cittadina quelli esterni rappresentano i temi della guerra. Sopra c’è una scritta romana e sulla volta è raffigurata l’immagine dell’imperatore incoronato da una vittoria.
Ci ha colpito molto l’ambiente silenzioso di Corso Garibaldi, elegante arteria cittadina parzialmente chiusa al traffico e l’andirivieni dei quattromila studenti dell’Università del Sannio e del conservatorio musicale. I professori ci hanno fatto capire che la città si è rivitalizzata con l’università e ha rinnovato l’interesse turistico per il capoluogo sannita. Qua e là si osservano frammenti di colonne o materiale di epoca romana e sannita spuntare agli angoli delle antiche costruzioni: E’ come se la città morisse e risorgesse come un’araba fenice. La città conserva oggi pressappoco gli stessi abitanti dell’epoca di Traiano e rimane salda nello sfidare i tempi nuovi.
Benevento, però, non è solo una città ricca di testimonianze romane, sannite e longobarde ma è anche una città che è legata alle leggende delle streghe, argomento molto intrigante e valorizzato con il famosissimo liquore che lega il suo nome alla città e a un premio letterario. Queste leggende sono probabilmente nate a seguito dei riti che i Longobardi celebravano sul fiume Sabato intorno all’albero di noce.
La nostra uscita è inserita nell’ambito delle attività della nostra Uda dal titolo “L’altra Campania”
Siamo ansiosi di incontrare a Castellammare di Stabia i nostri amici beneventani per il prossimo autunno, per far conoscere loro le specificità della nostra città.