Ho imparato… che l’attesa è un tempo infinito
di Alessia Buonocore (IV H)
Non bisogna mai rimandare quello che si può fare subito.
Un banale “ti voglio bene papà, nonno”, bisogna dirlo poiché dopo può essere troppi tardi, anche come un semplice abracccio con la nonna. In questo periodo di emergenza, l’ unica cosa che si può fare è trovare qualcosa che ci occupi del tempo, altrimenti cadremo tutti in depresione. Verso le 13 di oggi 25 marzo ho chiamato mia nonna e mio nonno come faccio di solito, mi piace sentirli, e lo sapete cosa mi hanno detto?
“Mi manchi così tanto che stamattina prima di fare colazione, ho guardato i filmati di quando eri piccola e il nonno appena si è affacciato per vedere cosa stessi facendo si è seduto per guardarle insieme a me dicendo ogni 2 minuti ‘com’è bella la mia patatina’”. Quando si ama realmente una persona la lontananza non esiste, si trova sempre un modo per stare insieme. Questi giorni di emergenza ti fanno capire quanto le persone ci tengono a te, l’amore, l’ amicizia dopo tutto questo o si rafforzano diventando indistruttibili o diventano solamente un piccolo ricordo; anche se può essere dura è la pura e semplice verità. Non è la distanza il vero nemico, ma il tempo infinito che devo aspettare per poterti stringere tra le mie braccia.