Le legge della coscienza, dall’orrore alla lotta

Occhi lucidi e applausi a scena aperta. In scena al teatro dei padri Dehoniani a sant’Antonio Abate ci sono l’orrore e la resistenza, la banalità del male e l’immortalità delle idee. Tanti bravi giovani attori, dai bambini della scuola di teatro “Io non ti conosco”, al nostro alunno di V sezione O Manuel Veltro, e ancora Paolo Blasio, Conny Coppola, Daniela Falanga, Antonio Baselice, guidati dalla regia di Gaetano Capuano. Sullo sfondo della scenografia di Giulia Grimaldi corrono la morte e la denuncia, ma soprattutto l’impegno di chi ha costruito lo spettacolo “La legge della coscienza”, alla sua seconda rappresentazione dopo quella dell’anno scorso. Riecheggiano le parole di Primo Levi e di Edith Stein, si rivive la battaglia della Rosa Bianca di Sophie e Hans Scholl, riemerge la grandezza di Schindler e di padre Kolbe. Le date scandiscono la sottrazione progressiva di libertà subita da milioni di ebrei, ma anche di dissidenti politici, omosessuali, zingari, fino al racconto della soluzione finale, della deportazione e delle camere a gas.

Dall’altro lato, in platea, gli alunni dell’Its Sturzo di Castellammare di Stabia guidato dalla ds Cinzia Toricco. I ragazzi delle quarte e quinte classi sono accompagnati dai loro docenti in un’iniziativa dedicata alle vittime della Shoah con un invito, poeticamente lanciato dalla scena e poi espressamente ribadito dal presidente dell’associazione “Io non ti conosco”, Gaetano Novi, a mettere in campo il coraggio e l’intelligenza per combattere l’orrore e la disumanità. Poi il dibattito con il regista e il presidente e con Manuel mattatore che gioca in casa, con i suoi compagni dello Sturzo.

Il prossimo appuntamento con l’associazione è per il 30 gennaio con il convegno “Diverso da chi?”, con il vescovo Alfano, con il testimone della segregazione razziale Ugo Foà.