Il Carnevale, tra scherzi e maschere un rito antico con un pizzico di follia
Giusy D’Antuono IV A
La storia del Carnevale ha le sue origini in tempi assai lontani, fin dal Medioevo, quando lo chiamavano “fasnachat” o “fesenach”, festa di pazzia. Questo termine venne successivamente reinterpretato con “carne levare“, che a sua volta significa togliere la carne, riferito al giorno precedente la quaresima in cui cessa il consumo della carne per quaranta giorni prima della Pasqua. L’origine della festa del Carnevale è molto antica: Babilonesi, Ittiti, Fenici ed Egiziani cercavano in tal modo di onorare i propri dèi. Greci e Romani adoravano il dio del vino.
Con l’Imperatore Costantino e il cristianesimo dichiarato religione ufficiale, il Carnevale fu definito una festa pagana e bandita come festività. Nel tempo, le usanze del Carnevale tornarono ad emergere, e la chiesa cattolica fece un compromesso, e dichiarò che potevano partecipare al Carnevale solo coloro che erano disposti a digiunare quaranta giorni prima della Pasqua. A poco a poco il Carnevale “perse” ogni legame con la religiosità per diventare una festa popolare, un periodo di tempo (una settimana) nella quale era permesso fare di tutto per poi ritornare alla civiltà e al buon gusto.
Oggi il Carnevale è quel periodo che precede la quaresima ed è celebrato con feste mascherate, sfilate di carri allegorici, danze e baldorie. Il carnevale termina con grandi feste e cerimonie il giorno di martedì grasso (mardì gras), che precede il mercoledì delle Ceneri, primo giorno di Quaresima.
Perché ci si maschera?
Una delle ipotesi sull’origine di questa usanza è da ricercarsi nell’antica tradizione pagana. Durante il periodo dei saturnali che hanno poi dato origine al Carnevale, si era soliti sovvertire ogni tipo di gerarchia invertendo così i ruoli imposti dalla società.
Il povero per una volta poteva tramutarsi in ricco e viceversa e dunque chi lo voleva, poteva nascondere la sua vera identità con dei travestimenti anche scherzosi per dedicarsi ai piaceri del corpo e del cibo.
La seconda ipotesi trova la sua origine nelle popolazioni arcaiche presso le quali si pensava che, mascherandosi, gli spiriti dei defunti fossero invitati a venire sulla terra. A essi veniva data la possibilità di divertirsi e fare baldoria in cambio però di raccolti abbondanti.
Nel corso della storia la maschera ha assimilato differenti significati e a seconda della cultura se n’è fatto un diverso uso. È divenuto ora oggetto rituale,teatrale e goliardico; ma c’è una cosa che accomuna tutti gli usi di ciascuna cultura, ed è la perdita dell’identità da parte di chi la indossa.